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martedì 3 giugno 2014

PROVOCARE E' MEGLIO CHE CURARE...
Far parte di una società dove è obbligatorio indossare una maschera per non restare isolati, non fa per me. Scrivere qualcosa per accontentare gli altri, non fa per me. Seguire, come una pecora, la strada che immeritatamente ti conduce prima al traguardo, non fa per me. E la lista sarebbe ancora più lunga se non fosse che non voglio annoiarvi. Sono stanca della falsità; ho voglia di essere semplicemente me stessa, senza dover per forza essere accomodante. Aprirò il mio cuore e mostrerò l'anima solo a chi come me ha voglia di percorrere una strada che non, per forza, deve essere quella di tutti. 
La settimana passata è stata piena di pensieri, dubbi e domande a cui probabilmente non ho trovato risposte; ma sopra ogni cosa mi sono chiesta più volte cosa voglio "ottenere" attraverso la scrittura. Scrivere non è semplice, ma nessuno ci ha costretti e se lo si fa è perché lo si è scelto. Io e la scrittura ci siamo incontrate e da subito amate; ma l'amore va alimentato e per resistere a tutte le tempeste deve basarsi sulla sincerità. Le mie parole, il mio romanzo sono il frutto di questo sentimento, e onestamente per quanto io non sia famosa, e poco mi importa diventarlo, merita rispetto. L'ALTRA FACCIA DEL CAMMEO, un lavoro sudato, una pubblicazione meritata e onesta, un percorso che oggi mi fa procedere a testa alta, con gli occhi sempre rivolti alla condivisione. Ed è proprio a questo che aspiro attraverso la scrittura. Così come è stato, almeno lo spero, per la mia ultima presentazione.
Domenica 1 Giugno nella Libreria Storie in Corso - nella mia città - ho presentato L'altra faccia del cammeo, seguendo però un percorso innovativo rispetto alle solite presentazioni. Il tema prescelto era il rapporto madre-figlia di cui tanto è intriso il mio romanzo, ma ho deciso di affrontarlo attraverso la visione e l'esperienza di due scrittrici che in questi anni di appassionata lettura mi hanno accompagnata: Virginia Woolf e Irène Némirovsky. Attraverso la mia voce ho raccontato ciò che per molti era sconosciuto, la loro vita e l'esperienza materna. Ho ridato vita a due donne che spesso, per dar spazio a una scrittura innovativa e contemporanea, restano nel dimenticatoio. Ho voluto riascoltare e dare al pubblico la possibilità di farlo leggendo dei pezzi tratti dalle loro opere. Ho espressamente voluto "non" concentrarmi su me stessa. Come posso raccontare del mio romanzo senza fare alcun riferimento a ciò da cui provengo? Come posso esprimere un'idea senza mostrare le radici da cui è sbocciata? La gente non può, e non deve, comprare un libro se di esso non conosce l'energia che ne ha permesso la creazione. Mi sento in dovere di trasmettere e quindi di condividere con la gente ciò che di buono e cattivo ha portato nella mia vita L'ALTRA FACCIA DEL CAMMEO. 
Quanto è importante vendere tante copie se poi le tue parole non arrivano al cuore? Cosa te ne fai di esser riconosciuto per strada se poi di te non hai mostrato nulla? Il tuo libro sarà solo un oggetto commerciale e ben presto anche la tua anima e le tue parole. E come per il romanzo c'è una bella copertina accattivante ad attenderlo, anche per lo scrittore "commerciale" ci sarà una risplendente maschera. 
QUESTA STORIA NON FA PER ME.