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giovedì 27 febbraio 2014

Giù la maschera dell'ipocrisia

Sono tutto e il contrario di tutto. Emily Dickinson

L'ipocrisia... in merito la letteratura ha molto da insegnarci. I libri che ne hanno parlato non si contano, eppure resta una tra le malattie più diffuse. Il rimedio più semplice sarebbe leggere e non solo contemporanei, ma perdersi tra le pagine dei libri che oggi si definiscono "antichi" "passati" per ritrovare oltre a cultura e piacere una funzione educativa ormai inusuale.
Molière nella sua commedia "Tartuffe ou l'Imposteur", da noi conosciuta come "Tartufo", sviscera il tema dell'ipocrisia attraverso la personalità del protagonista. Per Tartufo l'ipocrisia è il mezzo per raggiungere i propri scopi. A questo punto viene lecito soffermarsi e riflettere su coloro che quotidianamente attraversano la nostra vita. Sì, lo so, in giro vi è un'epidemia. Siamo in pochi ad aver calato la maschera. Io l'ho fatto già da un po' e ancora pago lo scotto della diversità; perché oggi ciò che è normale è diventato diverso. Una diversità che esilia. Per quanto mi riguarda il mio non essere ipocrita viene visto come aggressività. E' facile definire una persona aggressiva quando questa è  scomoda, rovina i piani. Pazienza... Lascio che gli altri pensino di me ciò che vogliono, intanto io quando mi guardo allo specchio non vedo una persona sconosciuta, ma riconosco me  e la mia anima.  Oh povero Dorian Gray! quando nella soffitta scopre il quadro che rappresenta il suo vero io; (...) Diede in un grido di pena e di sdegno. Nessun cambiamento era visibile, senonché negli occhi c’era un’espressione di furbizia e sulla bocca la piega sinuosa dell’ipocrisia. (...) La stessa Charlotte Bronte in "Jane Eyre" descrive il preside di Lowood come colui che incita le sue allieve a una vita rigida, facendole soffrire la fame e il freddo, mentre con la sua famiglia vive nel lusso.
Parlare di ipocrisia richiederebbe troppo tempo, ma provate almeno oggi a togliere la maschera e a essere voi stessi. Non è difficile riconoscere la sincerità e saperla distinguere dall'ipocrisia.
Vi lascio con i versi di Aldo Palazzeschi...
 
Ipocrisia
Mi piace l’ipocrisia,
perché mi fa vedere l’uomo
attraverso tanti veli
come una cipolla
tanto che noi
col gusto che si spoglia una persona
ci divertiamo a sfogliarla.E credendo sempre

che ogni velo sia l’ultimo
da portar via,
invece no,
ce n’è un altro e un altro ancora.
Finché arrivati al centro:
oh!
non c’è nulla
perché l’anima
se l’è succhiata tutta
l’ipocrisia.

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